Il Progetto "Cerere unitario" prevede l'attivazione di un'area di progetto per tre ore settimanali nella classe quinta. All’interno di questo spazio orario le lezioni non si svolgono in maniera tradizionale, in quanto i docenti devono sviluppare nei ragazzi quelle capacità che non vengono normalmente stimolate nella normale attività didattica, attraverso il loro coinvolgimento attivo nella definizione degli obiettivi e nell'organizzazione del lavoro.
La didattica per progetti pone lo studente di fronte a problemi reali che devono essere risolti attivando una serie di capacità non necessariamente legate alle discipline.
Se il modo migliore per apprendere è quello di trovarsi di fronte ad un problema reale da risolvere, ecco perché sono state messe a punto varie strategie che oggi sono raggruppate sotto la denominazione di didattica attiva (stage in azienda, didattica per progetti). Queste attività hanno in comune l’obiettivo di coinvolgere, anche sul piano emotivo, gli studenti e di chiedere loro un atteggiamento attivo, di apprendere in situazioni extrascolastiche.
La didattica per progetti pone lo studente di fronte a problemi reali che devono essere risolti attivando una serie di capacità non necessariamente legate alle discipline.
Più in concreto ogni tipo di progetto, per essere realmente tale, si deve qualificare per alcune specifiche caratteristiche:
1. Concludersi sempre con un prodotto di cui siano stati definiti in partenza caratteristiche e utilizzo; in questo modo l’esperienza assume caratteristiche di concretezza e gli studenti si abituano a rispettare gli impegni.
2. Articolarsi in una serie di attività di vario genere delle quali, almeno alcune, non rappresentino una semplice applicazione di procedure standardizzate; in questo modo si evita una ripetizione meccanica di pratiche già sperimentate, si assicura l’interdisciplinarietà e si induce gli studenti a attingere non solo al loro sapere scolastico ma anche a quello extrascolastico.
3. Coinvolgere gli studenti in tutte le decisioni importanti, dalla definizione del tema, alla discussione sui termini del contratto, alla scelta delle metodologie. È chiaro che questo coinvolgimento potrà in alcuni casi, per esempio nella scelta delle metodologie, limitarsi a un’informazione puntuale e a un’esplicitazione dei motivi che hanno determinato la scelta; nella definizione del tema o nella discussione dei termini del contratto invece, gli studenti potranno e dovranno avanzare proposte o obiezioni concrete, imporre modificazioni.
4. Svolgersi come lavoro di gruppo; si perderebbe infatti buona parte del significato e dell’efficacia formativa di questa pratica se venisse a mancare l’aspetto di collaborazione, di confronto, di solidarietà.
5. Provocare una modificazione nel comportamento sia di studenti che di insegnanti e di conseguenza nei loro reciproci rapporti. Questo significa chiedere agli studenti di sviluppare autonomia, creatività, senso di responsabilità; agli insegnanti di scendere metaforicamente dalla cattedra e di mischiarsi con i loro studenti per un confronto in cui la maggiore esperienza e i più ampi saperi non schiaccino la volontà di collaborare e i punti di vista diversi.
L’esperienza di una didattica per progetti e l’attivazione di una specifica Area di progetto rispondono – o meglio possono rispondere se condotte correttamente – sia all’esigenza di operare sul terreno della motivazione e dunque del coinvolgimento degli studenti, sia su quello del raggiungimento di obiettivi formativi coerenti con l’attuale richiesta della società e della realtà economico-produttiva. La didattica per progetti, per raggiungere i propri obiettivi, si sviluppa secondo precise opzioni:
- Attribuisce allo studente un ruolo attivo, di protagonista, valorizza le conoscenze, le competenze e le capacità già in suo possesso, stimola la sua creatività e il suo spirito di iniziativa, lo conduce all’assunzione di responsabilità.
- Parte dalla motivazione dello studente e la sostiene proponendogli un’attività finalizzata ad un risultato, permettendogli di differenziare il proprio ruolo da quello degli altri, soddisfacendo la sua aspirazione all’autonomia e all’indipendenza e il suo desiderio di esplorazione, di scoperta.
- Chiede allo studente un’assunzione di responsabilità nel raggiungimento del risultato del progetto e rispetto al proprio itinerario di apprendimento, di cui si sente responsabile.
- Porta lo studente a valutare i propri punti di forza e di debolezza, a valorizzare le proprie potenzialità e le proprie attitudini, a prendere decisioni per risolvere i problemi, ad acquisire autonomia, ad accrescere la propria fiducia in se stesso con conseguente innalzamento del livello di autostima.
- Abitua lo studente a lavorare in gruppo, autodisciplinandosi, confrontando il proprio punto di vista con quello degli altri, sottoponendo a validazione del gruppo le proprie idee, accettandone di diverse e riconoscendo il valore di diversi ruoli nel gruppo.
- Abitua lo studente a valutare le risorse a disposizione, a gestirle, a pianificare il lavoro, a rispettare le scadenze, ad arrivare al risultato.
- Abitua lo studente a cercare informazioni, a comunicare, a negoziare.
- Promuove lo sviluppo, da parete dello studente, di capacità trasversali e l’acquisizione di competenze operative.
In analogia a quanto avviene nel mondo del lavoro, il percorso viene segmentato in alcune fasi.
Nella prima fase di preparazione/progettazione vengono definite le finalità generali, ricercata la committenza, individuato il tema, stabilite le caratteristiche e l’utilizzo del prodotto, i tempi di consegna e le risorse umane e materiali necessarie. Una committenza esterna, pubblica o privata, aumenta l’efficacia formativa dei progetti, in quanto si passa da una situazione di simulazione, propria di quasi tutte le esercitazioni scolastiche, a un’esperienza in tutto simile a un’attività professionale vera e propria. Spesso, quando non è possibile individuare una committenza esterna, la scuola assume questo ruolo, stilando con le classi un contratto formale.
Il tema può affrontare sia problemi legati alle discipline di indirizzo o a particolari settori produttivi che problemi più generali di ambientale, storico, ecc. Per sollecitare gli interessi e le aspettative degli studenti, il tema da affrontare deve essere complesso, concreto e di rilevanza locale. La complessità obbliga all’attivazione di capacità/abilità pluridisciplinari, la concretezza e la rilevanza locale richiedono anche un lavoro sul campo e un rapporto organico con il territorio. Da punto di vista metodologico, un’attività di questo tipo deve provocare un’innovazione educativa: infatti è richiesto a insegnanti e studenti di assumere atteggiamenti flessibili, propri della ricerca, di adeguare il percorso alle situazioni che possono sorgere durante i lavori, di utilizzare le risorse del territorio come strumenti di formazione.
Il prodotto può essere di natura assai diversa: una procedura amministrativa, un opuscolo illustrativo, la produzione di un software, una mostra di sensibilizzazione, la campagna per il lancio di un nuovo prodotto, un oggetto materiale. L’essenziale comunque è che rappresenti un oggetto concreto alla cui realizzazione hanno contribuito tutti i partecipanti del gruppo.
Per la buona riuscita di un progetto è necessario stabilire subito, anche se a grandi linee, i tempi, gli spazi, le risorse materiali e umane necessarie. Non prevedere questi aspetti può rallentare o addirittura interrompere i lavori e suscitare nel gruppo sentimenti di sfiducia e frustrazione.
Nella fase di progettazione, le scelte più importanti sono generalmente fatte dagli insegnanti; però, per motivare gli studenti al progetto, è opportuno coinvolgerli fin dall’inizio, esplicitando i criteri e le ragioni delle scelte operate e facendoli partecipare ad alcune decisioni.
Nella fase successiva, della produzione, viene lasciato il più ampio spazio possibile alla creatività e all’autonomia degli studenti. Essi devono individuare gli strumenti, distribuire i compiti, prevedere i tempi e le modalità di lavoro, stabilite le caratteristiche del prodotto. Per evitare l’emarginazione di alcuni, è opportuno che il lavoro si svolga in gruppi di non più di 5-6 studenti. In questa fase gli insegnanti non svolgono un ruolo direttivo: a loro è richiesto di monitorare lo svolgimento dei lavori, tenere sotto controllo le dinamiche relazionali nei gruppi, facilitare i rapporti con il territorio ma non influire sullo svolgimento dei lavori.
È molto utile, anzi indispensabile, che venga prodotta una documentazione analitica dello svolgimento dei lavori, il diario, e una relazione finale. Il diario non riporta solo gli aspetti tecnici ma anche quelli relazionali del lavoro; esso permette agli studenti di rivedere criticamente le motivazioni di alcune decisioni, di riflettere su quanto hanno fatto, di ricordare i termini di una discussione, il materiale e gli strumenti impiegati, le difficoltà incontrate, gli errori commessi. Il diario può anche facilitare gli insegnanti, durante la valutazione, a individuare le trasformazioni che man mano si manifestano negli studenti sia per quanto riguarda i loro comportamenti che l’utilizzo del loro sapere.
La relazione finale riporta sinteticamente le fasi del lavoro e illustra i risultati conseguiti; rappresenta il documento conclusivo del lavoro svolto e può essere utilizzata con finalità diverse: serve per socializzare l’esperienza nella scuola e nel territorio, può diventare la base di partenza o il modello per altri progetti; è infine un apporto indispensabile nel momento della valutazione.
Infine, la valutazione dell’efficacia didattica di un progetto è un’operazione che differisce in modo notevole da una valutazione di tipo tradizionale. Infatti, per valutare un progetto l’attenzione non si focalizza sullo studente, ma sul processo, sul prodotto e sulla comunicazione. Valutare il processo significa tenere conto della validità della programmazione, dell’iter di lavoro nel suo complesso e, per quel che riguarda lo studente, dello sviluppo di capacità trasversali legate ai comportamenti.
Per la valutazione del prodotto vengono prese in considerazione non solo le sue caratteristiche ma anche la componente di creatività e di progettualità che ha permesso la sua realizzazione. Questa operazione prevede due momenti: la validazione e la presentazione. La validazione viene fatta da un gruppo ristretto di persone e verifica se il prodotto ha i requisiti richiesti. La presentazione invece è un’iniziativa, aperta al territorio, che coinvolge un ampio numero di persone. Un’esperienza di questo tipo assume per gli studenti una grande importanza in quanto, la consapevolezza che il loro lavoro verrà sottoposto al giudizio di un vasto pubblico, li induce ad un impegno maggiore.
Alcune esperienze significative:
- Percorso Metato a Vallombrosa - a.s. 2000/01 Classe 5E Docenti: L. Messana e M. Salvaterra
- Progetto "Gallo Nero" - aa.ss. 2003/04 2004/05 Classi 5D Docenti: M. Giannone e M. Salvaterra
- Accendiamo il buio - a.s. 2007/08 Classe 5B Docenti: A. Baldini e L. Messana